Novità 2018: il preparatore atletico

Una delle grandi novità per la stagione 2018/19 è la presenza del preparatore atletico, fortemente voluto dalla direzione tecnica della società.
È proprio il direttore tecnico, Alessandra Giardini, a presentarci questa figura su cui l’Ugolini Petroli Ubik ha deciso di investire quest’anno.
“Il preparatore atletico Luca Peri lavora quest’anno su quattro squadre di Ubik Pallacanestro: gli Esordienti 2008, gli Under 13, le Under 16 e gli Under 16. Propone sequenze in allenamento e nel riscaldamento, momento da lui chiamato warm up. In base alle squadre o lavora sulla forza o sulla coordinazione con una serie di esercizi”.
Perché solo su queste quattro compagini?
“Perché è il primo anno che lavora con noi e quindi ci testiamo a vicenda. Abbiamo scelto un gruppo in uscita dal Minibasket (i 2008), un giovanile delle medie e un giovanile delle superiori e una squadra femminile. Il lavoro intrapreso è davvero interessante. Poi c’è da dire che nel Minibasket Fumane e S.Ambrogio l’istruttore è Enrico Nicolis, a sua volta preparatore atletico e anche con lui ci si sta coordinando per quel che riguarda la preparazione atletica e fisica dei piccoli di questi due centri Minibasket”.
Qual è l’impegno in palestra del preparatore?
“Non è sempre presente, anzi il più delle volte prepara il lavoro per gli allenatori, con i quali lo scambio è quotidiano. Il grande lavoro avviene da casa”.
Cosa intendi?
“Oltre a preparare il lavoro atletico da proporre agli allenatori, il preparatore ha creato schede personalizzate di ciascun atleta, ovviamente nel rispetto della privacy di ognuno. Con i test specifici negli allenamenti si possono notare i progressi di ciascun atleta e gli aspetti in cui è necessario continuare a lavorare. Tutto è in condivisione anche con me, che posso comodamente da casa vedere i video degli allenamenti, gli esercizi proposti e sviluppati, la crescita dei singoli atleti e le statistiche relative ad ognuno. Per me, direttore tecnico, si tratta di un grandissimo vantaggio”.
Soddisfatta di questi primi mesi di lavoro?
“Sicuramente. La differenza si vede sulla coordinazione, soprattutto dei più piccoli. Con gli Under 16 si inizia anche a vedere una maturazione dal punto di vista atletico, fisico, muscolare e della forza, perché con loro questo lavoro era iniziato già un anno fa”.
Insomma, una esperienza da allargare a tutte le squadre…
” Si tratta sicuramente di un investimento economico importante, ma ad oggi possiamo dire che ne vale la pena. Poi se la squadra è dedita al lavoro, è un aiuto in più all’allenatore e al preparatore stesso”.